“Il canto del profeta” di Paul Lynch

Il canto del profeta di Paul Lynch, vincitore del Booker Prize 2023, è un romanzo distopico, anche se in realtà scenari simili esistono già nel mondo reale. Più che un racconto immaginario, è una vera e propria parabola sulla fragilità della libertà e sulla rapidità con cui un Paese civile può scivolare nell’abisso.

In Il canto del profeta assistiamo allo stravolgimento di una nazione che, da luogo tutto sommato pacifico, si trasforma in un teatro di guerra dopo l’ascesa al potere di un partito di estrema destra che promette sicurezza, identità e controllo. La società si compatta intorno a una retorica nazionalista che, pezzo dopo pezzo, erode ogni libertà. I confini vengono chiusi, la propaganda domina l’informazione, i sindacalisti e gli oppositori politici spariscono. La paura diventa legge, e il silenzio, una forma di sopravvivenza.

Ma ciò che rende questo romanzo straordinariamente potente e toccante — da pelle d’oca, con un perenne nodo alla gola — è il punto di vista: abbiamo una voce narrante in terza persona ma estremamente vicina – quasi fosse una prima persona – alla protagonista: Eilish Stack.

Eilish è una donna comune, di estrazione sociale medio borghese, madre di quattro figli, biologa, moglie di un sindacalista. Attraverso i suoi occhi viviamo il dramma di una famiglia un tempo benestante, con sicurezze economiche, diritti e libertà, che vede tutto sgretolarsi. Il marito viene arrestato, è un sindacalista quindi un pericolo, i figli diventano bersagli di un potere che li vuole arruolare o controllare. Attraverso questa voce narrante aderente ai pensieri di Eilish si crea un effetto di immersione claustrofobico. Il lettore è l’ombra di Eilish e osserva il mondo farsi sempre più oscuro attraverso la sua coscienza stanca, combattuta e incredula.

Non è una eroina, una martire, ma una madre che con tutte le sue forze cerca di proteggere la propria famiglia in un mondo che implode, e lo fa con i mezzi che ha a disposizione, che sono il nulla a confronto della tragedia che sta vivendo.

“Il canto del Profeta” è un romanzo politico che scuote terribilmente perché ci ricorda quanto siano fragili le nostre libertà, anche se continuiamo a dirci che non può succedere davvero, non a noi, e quanto sia facile, anche per una democrazia del ricco Occidente, precipitare nella barbarie.

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