In volo, un bombo batte le ali 200 volte al secondo (cioè 12.000 colpi al minuto), pressappoco quanto il motore di una motocicletta al massimo dei giri.
Da bambino, quando abitavo insieme ai nonni e a una decina di galline, mi piaceva scorrazzare per i prati e catturare insetti. I miei preferiti erano le mantidi religiose.
Perfetto stalker quale ero, riuscii a beccarne una all’uscita di scuola; era poggiata su un muretto, dritta sulle sue zampe, aliena come soltanto lei può esserlo. Svuotai l’astuccio da tutte le penne e i colori, facendolo diventare così la prigione per la mantide.
Lei, insieme ad una sua simile, abitò il terrario che avevo costruito (in realtà era un semplice contenitore di plastica adornato con terra e rametti). Ogni mio giorno era dedito alla cattura di mosche da intrufolare all’interno del terrario, per poter poi ammirare la magnificenza della caccia.
Avevo i brividi. Nella loro stessa immobilità, osservavo. Mimetizzate tra le foglie e i rami, le mantidi attendevano, come mostri alieni, che le appena giunte mosche volassero per caso a pochi centimetri dalle loro zampe congiunte in preghiera. Nessuna mia distrazione era concessa. L’attacco durava meno di un secondo, a una velocità straordinaria.
Sembrava di essere il testimone di un omicidio.
Dave Goulson, nella prefazione del suo libro “Il ritorno della Regina”, mi ha ricordato quei giorni, con grande nostalgia, risvegliando anche l’adrenalina che provavo quando osservavo, per davvero, la Natura.
Il suo interesse per i bombi e per gli altri insetti risale a quando aveva sette anni. Insieme alla famiglia si trasferì nel villaggio di Edgmond, nello Shropshire. Dave adorava la sua nuova casa perché aveva un enorme giardino e perché era isolata dalle altre case, di fronte all’aperta campagna.
Con grande ironia, ci racconta quei giorni, puntando l’attenzione soprattutto sugli esperimenti che conduceva sugli animali, poveri sventurati dato che si contavano più vittime che sopravvissuti. Tutto questo però, sempre per amore innocente e cieco di un bambino che voleva comprendere i segreti della Natura. Anni dopo, infatti, Dave Goulson diventerà il fondatore della Bumblebee Conservation Trust, per la salvaguardia dei bombi, nonché professore di scienze naturali e ambientali all’Università del Sussex.
Il bombo è l’animale che è entrato nel cuore di Goulson quando era bambino, e non è mai più andato via. Purtroppo, se l’animale del cuore può restare per tutta la vita, l’animale quello vero rischia l’estinzione.
Crescendo, Goulson, ha visto la campagna dello Shropshire svuotarsi da bombi, da api e da altri animali impollinatori. Questo a causa della meccanizzazione dell’agricoltura che ha eliminato campi fioriti, dell’uso massiccio di pesticidi che ha ucciso indistintamente ogni insetto… e di Adolf Hitler. Anche lui ha le sue colpe! Nel 1940, la Gran Bretagna si trovò isolata e non poteva più far arrivare il cibo dall’Europa continentale. Per questo motivo il governo lanciò la campagna “zappare per la vittoria”, incoraggiando tutti a dissodare il proprio prato e coltivare quanto più cibo possibile e a utilizzare ogni mezzo per massimizzare la produzione. Durante la guerra, tra il 1939 e il 1945, le aree destinate alla produzione di cibo aumentarono dell’80%. E non bastò soltanto questo a sterminare gli impollinatori, perché fu introdotto in commercio il para-diclorodifeniltricloroetano (DDT), un prodotto chimico altamente tossico.
In cinquant’anni abbiamo distrutto gli habitat ricchi di fiori del Regno Unito e il 98% dei nostri prati da fieno in pianura. Il Bombus subterraneus si è estinto perché gli habitat nei quali viveva sono stati spazzati via.
Dei bombi si è sempre saputo poco, mai nessuno si era dedicato al loro studio fino alla fine dell’800, quando Frederick William Lambart Sladen, all’età di sedici anni, pubblicò un breve libro sulle abitudini dei bombi, diventando così il massimo esperto in materia.
E proprio da qui che nel libro “Il ritorno della Regina” si inizia a viaggiare nel mondo dei bombi e a scoprire, con enorme interesse, un pezzo straordinario di Natura e di vita. Già il solo leggere delle regine dei bombi, con lo sperma immagazzinato l’anno precedente e conservato, cercare il posto ideale per creare un nido, ha di per sé un fascino incommensurabile, ma continuando la lettura e scoprire che possono anche decidere se mettere al mondo solo operaie, solo maschi o altre regine… ti fa vibrare il cuore di incanto. Sembra di leggere un romanzo d’avventura pieno di colpi di scena.
A questo punto dell’estate, la regina cambia strategia e smette di produrre figlie operaie. Finora ha prodotto un segnale chimico, un feromone, che dice alle larve in via di sviluppo di diventare operaie. Ora smette di produrlo e inizia a deporre uova di maschi e femmine.
Dave Goulson ha la grande capacità di non stancare il lettore e di tenere l’attenzione sempre alta, anche quando deve obbligatoriamente utilizzare termini scientifici o raccontarci la storia delle api e dei bombi a partire da 135 milioni di anni fa. Ed è proprio grazie alla conoscenza che ci infonde con così grande passione che impariamo ad amare i bombi, e con loro anche le api e gli altri insetti impollinatori, ad averne meno paura, e anzi, addirittura spingendoci a tentare di attirarli nei nostri giardini e balconi.
Se un giorno le api si estingueranno, la nostra dieta cambierà, diventando molto più povera. Quasi ogni frutto o verdura che mangiamo viene impollinato dalle api: mandorle, mirtilli, lamponi, fagioli, mele, meloni, ciliegie, cetrioli, zucche e tantissimo altro ancora. Tante altre verdure, come le patate e i cavoli pur non avendo bisogno dell’impollinazione da parte delle api, hanno bisogno comunque di quest’ultime per produrre i semi. Così come hanno bisogno di impollinazione il trifoglio e l’erba medica fondamentali per nutrire le mucche e altri animali comunemente definiti “bestiame”.
Api e bombi sono un tassello fondamentale per la salvaguardia dell’ecosistema e la loro scomparsa comporterebbe un danno di cui non conosciamo la vera portata.“Il ritorno della Regina” di Dave Goulson è un saggio incantevole, potente, stracolmo di vita e magnificenza. È una di quelle letture che quando concludi ti lasciano un senso di soddisfazione e voglia di fare qualcosa, anche una minima cosa per salvaguardare il nostro pianeta.
Tutelare i bombi è un qualcosa che chiunque può fare. Un singolo cespuglio di lavanda su un patio o su una finestra attira e dà da mangiare ai bombi, anche nel cuore delle città. Chiunque abbia un giardino può essere di grande aiuto: piantate qualche consolida, viperina azzurra, digitale, erba cipollina, aquilegia e così via, e vedrete i risultati quasi immediatamente. Forse, se impareremo a salvare un bombo oggi, potremo salvare il mondo domani?
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Chi salva un bombo salva il mondo intero…