“Anna Bolena. L’ossessione del Re” di Alison Weir

La mia passione per i romanzi storici, in particolare per quelli inerenti i Tudor, o genericamente per il ‘500 inglese, è nata quando un giorno, al supermercato nello scaffale dei libri, vidi in bella mostra il romanzo “L’altra donna del re” di Philippa Gregory. Fu una vera e propria rivelazione, adorai talmente tanto quel romanzo da inserirlo tra i miei libri preferiti. Son passati un po’ di anni da quella lettura, era il 2005, avevo sedici anni.

Ritrovare un romanzo sul personaggio storico di Anna Bolena, ha riattivato immediatamente quel mio amore sopito. E poi, sentivo la necessità di approfondire il regno di Enrico VIII con un libro che fosse romanzato, ma il più possibile vicino alla realtà dei fatti. Volevo ci fossero fonti certe.

Alison Weir è una scrittrice nonché storica inglese e ha scritto sia romanzi che saggi. La maggior parte della sua produzione è centrata sulla dinastia dei Tudor, per i quali nutre una forte passione e devozione. Qualità queste che traspaiono limpide in “Anna Bolena. L’ossessione del Re”, edito in Italia da Neri Pozza Super Beat.

Il romanzo percorre la vita di Anna Bolena dall’età di undici anni, quindi dal 1512, fino all’anno della sua decapitazione, avvenuta il 19 maggio 1536.

Grazie all’incarico di diplomatico del padre, Thomas Bolena, Anna poté avere il prestigioso incarico di servire, in qualità di damigella d’onore, la governatrice dei Paesi Bassi, Margherita d’Asburgo. Qui beneficiò di un’educazione riservata a pochissime donne. Successivamente, sempre all’ombra del padre, si trasferì in Francia dove fu dama di compagnia dapprima della Regina Maria Tudor e, a partire dal 1515, della giovane Regina Claudia, moglie di Francesco I.

Era il 4 marzo 1522 quando Anna Bolena arrivò alla corte di Enrico VIII e Caterina d’Aragona. La sua passata istruzione, i suoi modi eleganti, i vestiti francesi alla moda furono una luce abbagliante su Anna che la mise in mostra, facendola spiccare tra tutte le donne della corte inglese. 

Inizia così la sua scarpinata verso il trono; aspirazione a cui Anna non teneva. Fu Enrico VIII che, prima con l’amor cortese, poi insistentemente, pretese che Anna diventasse la sua amante. Lei però non voleva accontentarsi di essere una semplice amante, come qualsiasi altra donna della corte. Se Enrico VIII la voleva, allora doveva renderla una Regina.

E qui fu scritta la Storia. Enrico VIII se voleva sposare Anna, doveva annullare il suo legittimo matrimonio con la Regina. 

Caterina d’Aragona prima di sposare Enrico VIII era la moglie del fratello di quest’ultimo, morto pochi mesi dopo il matrimonio. Fu fatta una dispensa speciale, dal papa Giulio II, affinché Enrico potesse sposare Caterina. Infatti, secondo la Bibbia, un uomo non poteva assolutamente sposare la moglie del fratello defunto. Il papa Clemente VII non avrebbe mai e poi mai annullato il matrimonio, legittimato tramite una precedente dispensa. Così, facendola breve, Enrico VIII si proclamò Capo Supremo della Chiesa d’Inghilterra provocando lo scisma anglicano: la rottura della Chiesa d’Inghilterra con l’autorità papale e la Chiesa Cattolica Romana. 

Una maledizione sembra però cadere sul regno di Enrico. Non fu mai in grado di avere un erede al trono, un figlio maschio. Nemmeno Anna Bolena, sua nuova moglie e Regina, fu in grado di dargliene uno. Tutti i figli maschi nacquero morti. Anna gli donò però Elisabetta (la più grande Regina che l’Inghilterra abbia mai avuto).

Inizia per Anna una discesa negli inferi che la vedrà messa alla sbarra, processata per tradimento, e condannata alla pena di morte.

Il romanzo si presenta con una scrittura fluida, in terza persona ma con la prospettiva di Anna Bolena. Saremo quindi in viaggio con lei nei meandri della corte più affascinante e pericolosa d’Inghilterra. E’ un romanzo storico nel vero senso della parola, ovvero che Re e Regine non sono un pretesto per raccontare storie d’amore o di intrighi passionali. In “Anna Bolena. L’ossessione del Re” ci sono non solo gli intrecci amorosi tra i vari protagonisti, ma soprattutto la politica, gli interessi economici, le fonti, la Storia. Alison Weir ha calato in questo romanzo tutti i protagonisti dell’epoca, ne sono tanti ma ognuno ha un ruolo fondamentale. 

Anna non appare come un’eroina, ma come una donna mortale. E’ una figura femminista, anche se il femminismo ancora non esisteva nel ‘500, o almeno come movimento. Anna Bolena ha scritto la Storia e pare sia stata lei a spingere affinché la Bibbia venisse tradotta finalmente in inglese.

La parte finale, dal processo alla decapitazione, è appassionata, struggente, dolorosa. La scrittrice ha dichiarato di aver sofferto per mesi nello scrivere questa parte, e si avverte. Si avverte il dolore di Anna.

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