“Santa Rita“ di Tommy Wieringa

“Perché era solo, secondo lei?”

“Perché è andata così”.

Non fate mai in modo di essere soli e, assolutamente, non create le circostanze affinché gli altri restino soli. Deve essere un obiettivo di vita, non arrivare mai al punto di dire “è andata così”. No, no, no! E’ inaccettabile. La solitudine genera un dolore peculiare, profondo, nascosto ma sparso a macchia d’olio. Un dolore pericoloso.

Sentirsi soli non indica il starsene da soli o essere circondati da poche persone, ma sono la nostra mente, il nostro cuore e la nostra anima a staccare ogni contatto, spezzando il filo che li collega razionalmente ed emotivamente con le altre persone.

Si può avvertire la solitudine stando tra tante persone e non sentirla affatto standosene da soli.

Paul Krüzen, è lui il protagonista di Santa Rita, scritto da Tommy Wieringa. Lo conosciamo da bambino e da adulto, in un’alternanza temporale. Alternanza necessaria a comprendere quanto le ferite dell’infanzia siano pesanti catene che si trascinano fino all’età adulta.

Un giorno un aeroplano, pilotato da un russo in fuga dall’Unione Sovietica, precipita e finisce nel giardino della fattoria di Paul, dove vive col padre e la madre. Il pilota è vivo per miracolo, viene ricoverato in ospedale e riconsegnato, non avendo altro posto dove andare, alla famiglia Krüzen.

Quest’evento infrange la serenità in infiniti piccoli pezzi. La madre di Paul, mano nella mano col pilota russo, va via. Esce completamente dalla loro vita. Paul ha otto anni, ma anche quando ne avrà cinquanta continuerà a essere torturato dal ricordo di questo uomo che ha portato via la madre.

Paul cresce nell’anaffettività, impara a non essere in grado di ricevere nulla, poiché non meritevole. Stringe un’unica amicizia non sana, sceglie uno come lui. Frequenta i soliti posti, il solito bar, la solita prostituta. Quando trova uno spiraglio di amore, scopre di non essere in grado di gestirlo. Sente di dover cambiare tutto, ma quando fugge via sente l’ansia di dover tornare. È in trappola. Paul sceglie le consuete cause perse, la cui patrona è Santa Rita, icona della medaglietta che porta al collo.

E quando gli unici punti fermi saldati da adulto vengono a mancare, Paul si ritrova con un’ennesima mancanza, ennesima che non è in grado di colmare. Sfinimento.

“La pace, si rese conto, comincia con lo sfinimento.”

Sono stato spaesato, non avevo assolutamente immaginato che questo libro potesse scavare così a fondo. Non avevo preventivato che potesse morsicare vecchie ferite. Non l’ho scelto ma è arrivato nella mia vita, e se lo ha fatto c’è un motivo.

A quattordici pagine dalla fine ho dovuto smettere, avevo bisogno di aria, di respirare a fondo, di lasciar sbiadire i lividi. Poi ho ripreso.

L’ho sentito molto intimo, personale. Potente.   

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