“I miei giorni alla libreria Morisaki” di Satoshi Yagisawa

La libreria Morisaki si trova all’angolo di una strada piena di librerie dell’usato. È piccola, vecchia, e non sembra che gli affari vadano troppo bene. Di clienti se ne vedono pochi. Tratta una varietà piuttosto limitata di libri e, a meno di essere degli esperti appassionati, è difficile che la si conosca. Eppure c’è chi ama questo posto.

Leggendo “I miei giorni alla libreria Morisaki” di Satoshi Yagisawa, ho scoperto che esiste a Tokyo un quartiere che è la realizzazione dei sogni di ogni amante della lettura. Si chiama Jinbōchō e ospita numerose librerie, soprattutto di libri usati a basso costo. A ottobre si tiene un famoso festival del libro, durante il quale i vari negozi allestiscono delle bancarelle per le strade del quartiere. Secondo una stima, le librerie sono più di centosettanta e questo numero lo rende il quartiere di librerie più grande al mondo. Ho in mente un viaggio in Giappone da ormai anni, ma a questo punto sono felice di non averlo ancora fatto perché così posso inserire Jinbōchō tra i luoghi da visitare, con priorità.

Visuale di un angolo del quartiere Jinbōchō, a Tokyo. Immagine presa dal web.

Takako è una ragazza di venticinque anni che vive un’apparente vita tranquilla, fatta di piccole soddisfazioni e dell’ordinarietà delle giornate. Accade, un giorno, che il fidanzato Hideaki le comunica, dopo un anno di fidanzamento, che si sarebbe sposato… non con lei. Senza che Takako se ne accorgesse, Hideaki in realtà era fidanzato da ancor più tempo con un’altra ragazza, molto più bella e interessante. Glielo dice in maniera serena, come se fosse una comunicazione di poco conto. Takako resta di stucco, non è in grado di reagire al dolore che le è stato inferto. Si licenzierà anche dal lavoro per fare in modo di non incontrarlo, dato che sono colleghi, e si chiude in una bolla di depressione. Per non pensarci, per non ricordare, si ostina a dormire. Il tempo, così, passava veloce.

Durante le sue giornate di oblio, un messaggio in segreteria la risveglia momentaneamente dal torpore emotivo. È Satoru, uno zio che non vede da quasi dieci anni. Probabilmente contattato dalla madre di Takako, preoccupata per la figlia, le chiede di andare a stare da lui, nella libreria ereditata dal nonno. Ha bisogno di una mano e c’è un letto nello sgabuzzino al piano superiore, dove può stare senza pagare alcun affitto. Takako valuta tutte le alternative. Dalla madre non vuole tornare per la paura che possa combinarle un matrimonio di convenienza, e i soldi del vecchio lavoro stanno per finire. Non ha altra scelta se non ricontattare lo zio e accettare l’offerta.

Non usciva di casa da così tanto che non si era nemmeno resa conto dell’arrivo dell’estate. Così frastornata arriva a Jinbōchō, presso la Libreria specializzata in letteratura moderna – Morisaki. Sulla soglia, lo zio ad attenderla.

Sentii un fortissimo odore di muffa e mi sfuggì detto ad alta voce, lui mi corresse in tono scherzoso: “Dovresti dire che odora come le mattine dopo la pioggia”.

La libreria Morisaki è molto piccola, appena otto tatami, buia e con libri accatastati ovunque. Circa seimila volumi. Il piano superiore è costituito dal “magazzino”, anch’esso stracolmo di torri di libri, senza spazio nemmeno per mettere i piedi. È qui che Takako deve dormire, dopo aver sistemato tutto e ricavato uno posto dove distendere il futon. Ed è qui che una notte in cui non riesce a prendere sonno, a calmare i pensieri della testa, che Tatako diventa una lettrice. Prende a caso un tascabile dalla montagna di libri nel magazzino, si intitola Fino alla morte di una giovinetta di Murō Saisei, e inizia a leggere senza troppe aspettative, alla luce dell’abat-jour, avvolta nel futon, sperando di addormentarsi.

E invece cosa mi stava capitando? Un’ora dopo ero completamente rapita dal libro. Lo stile era difficile, pieno di parole complicate, ma parlava della psiche di un personaggio instabile, che suscitò in me un forte interesse […] Fece giorno e neanche me ne accorsi: continuavo a girare le pagine, una dopo l’altra.

Da quel momento in poi, Takako comincia a leggere un libro dopo l’altro, come se in qualche modo dovesse recuperare tutti gli anni passati senza i libri. È un’esperienza così meravigliosa che la spinge a non rifugiarsi più nel sonno, non ne sente più il bisogno. Prende l’abitudine di riempire gli spazi vuoti leggendo, o in camera o in un caffè. I libri che legge sono per la maggiorparte classici contemporanei in edizioni usate dove spesso ritrova frasi sottolineate, cartoline e fiori secchi a tenere il segno. Quando succedeva li odoravo e fantasticavo su chi, quando e con quale stato d’animo li aveva infilati tra quelle pagine ingiallite. Ritrova la voglia di vivere, di uscire all’aria aperta e godersi l’aria fresca, ammirare l’arrivo dell’autunno con le sue foglie gialle.

La cosa che ho amato di più del romanzo “I miei giorni alla libreria Morisaki” di Satoshi Yagisawa è stato il puntare l’attenzione sul potere curativo dei libri. Spesso si pensa che gli appassionati di letteratura, i lettori forti, siano persone che tendono a voler stare da soli, chiusi in un’asocialità tutta loro, quasi rifuggissero dal mondo esterno, dalla vita. I libri invece fanno l’opposto, perché ti consegnano le infinite possibilità che si hanno per affrontarla e gli insegnamenti per stare bene da soli, che non significa essere asociali, ma autosufficienti. La lettura, inoltre, insegna a guardare altro al di fuori di sé, a trasferire su un oggetto – o su una persona – parte della nostra anima. Accade nel libro, nel momento in cui Tatako, dopo il suo risveglio, vede finalmente chi è questo zio così fuori dalle righe, quali sono i suoi dolori e a provare compassione quando scopre perché la moglie lo ha abbandonato, senza lasciare traccia.

“I miei giorni alla libreria Morisaki” è uno di quei libri che, nonostante la loro semplicità senza pretese di una letteratura alta, riesce a infondere serenità nel lettore. Uno di quei romanzi da leggere in un caffè, con le pareti a specchi, per guardare ogni tanto le persone e le macchine che passano, un po’ come visioni, per assestare i pensieri, bevendo un tè, o una limonata ghiacciata (con questo caldo!), e vivere un momento di pace.

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  1. Come sempre un riassunto delicato e ricco di immagini che ti porta subito la curiosità di avere il libro tra le mani.

  2. Mi piacciono sempre moltissimo le tue recensioni. Ero un po’ in dubbio su questa nuova uscita, ma amando tantissimo il Giappone e i libri annessi, sono contenta di dire che lo prenderò. Quando organizzi il viaggio in Giappone vengo anche io eh 👍😊

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